sabato 24 dicembre 2016

Valvassori, e la coerenza del gallo!



Spero che Giorgio non me ne vorrà se, oggi, nel presentare la sua opera – penultima di questa collettiva realizzata a fini benefici – celebro l’amico anziché soltanto l’artista. E lo stesso farò per l’ultimo degli autori nei prossimi giorni, il goriziano ma trapiantato in Friuli, Mariano Zian.
Ciò in quanto mi diventa difficile, oltre che spinoso, anche soltanto pensare di cimentarmi in un giudizio critico, nella più ampia accezione del termine, di artisti che possono vantare recensioni qualificate da parte di chi “valuta” per mestiere.
Peraltro, nel sito personale di ciascuno dei poeti-pittori che hanno ridato vita alla corte virtuale- (per certi versi ancestrale) sono disponibili qualificate analisi da parte degli addetti al mestiere.
Quelle di Giorgio Valvassori a questo indirizzo.
Ho tuttavia estrapolato, dalle note critiche, perché assolutamente attinente alla esperienza di “Ritratti e bestialità di corte” un passaggio che mi sembra significativo per rappresentare il presupposto dell’opera di Valvassori: “Fare un'opera è mettere in opera e non semplicemente elaborare una forma, in un costante e non casuale riferimento ai modi e ai tempi dello scorrere del tempo, sia quello della natura che quello della mente”.

lunedì 12 dicembre 2016

L'oca danzante di Sergio Valcovich



In tempi remoti, i quadrupedi elessero il leone, e gli uccelli l’oca, come loro rispettivi re.
L’oca d’oro aveva una figlia bellissima e, quando la giovane raggiunse l’età da marito, il padre le concesse di scegliersi lo sposo.
Perché potesse guardarsi accuratamente intorno, fece chiamare a raduno tutti gli uccelli. Arrivarono in volo grandi e piccoli: colombe, aquile, pavoni, oche, sparvieri, passerotti e quaglie.
Quando non mancò più nessuno, il re chiamò sua figlia e le disse: “Mia cara, tutti gli uccelli sono qui riuniti. Ora scegli accuratamente tra loro il tuo sposo”.
Dopo averli guardati uno a uno attentamente, infine il suo sguardo si posò sul pavone, con il suo bellissimo piumaggio splendente dai colori scintillanti, e le piacque di gran lunga di più di tutti gli altri.

sabato 26 novembre 2016

La Volpe di Alberto Sarcina



Mi è parsa fin da subito strana la scelta, di Alberto Sarcina, di rappresentare per la collettiva una volpe. Anche se, poi, riflettendo, credo abbia interpretato nel modo migliore, anche se originale, il titolo della rassegna. Quale può essere, infatti, la bestialità di una corte rurale se non il senso di morte e distruzione che la volpe entrata nel pollaio lascia dietro di se? Insomma, se Ernesto Paulin ha interpretato, a suo modo, la bestialità dell’uomo, Sarcina, forse al fine di giustificare quello che, in fin dei conti, è soltanto istinto di sopravvivenza, ha dipinto una volpe rannicchiata nella sua tana. E non è una volpe che si nasconde pronta alla razzia notturna; ma una volpe dallo sguardo triste timorosa di uscire allo scoperto. Sarcina presta sempre particolare attenzione ai particolari e ciò deriva, molto probabilmente, dalla sua attività professionale collegata all’esecuzione di copie di capolavori dei maestri del passato. Un'attività, insomma, che ha lsciato il segno.
Del resto, è stato scritto di lui in occasione della mostra che si è svolta nel 2010 nella sede della Regione, a Trieste, "Alberto non si impone, si propone con la purezza del bambino... il disegno inizia un viaggio sulla superficie dialogando con il foglio di carta che lo ospita, abitandolo nelle persone del pescatore, del fabbro, dell'operaio... Quei caratteri nobili in quanto umili, sono gli operai di Daumier, i contadini di Van Gogh e Lillet. E come allora, anche qui marcatamente autobiografici".

Nato a Monfalcone nel 1957, dove attualmente vive ed opera. Si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Gorizia nel 1978. E’ di questo periodo il suo interesse per l’astrattismo, approfondito poi all’Accademia di Belle Arti di Venezia con il maestro Emilio Vedova. Successivamente abbandona l’astrattismo per passare al figurativismo, eseguendo in particolare copie di capolavori dei maestri del passato. La sua attività pittorica si svolge in modo continuativo e intenso a partire dal 1987, con numerose mostre personali e collettive ottenendo lusinghieri riconoscimenti. Si dedica sia alla pittura da cavalletto che alla pittura murale e alla grafica. Negli anni 1990-2005 ha realizzato numerosi “trompe-l’oeil” e decorazioni nelle province di Gorizia, Trieste e Udine. (da artebisiaca.it)

Contatti:
Via S.Gabriele, 13 – 34074 Monfalcone
Tel. 0481483976 - Cell. 3281451949

mercoledì 16 novembre 2016

La coerenza dell'uccello cubano di Pope






Coerente con il messaggio della "vera pittura" è il fantasioso volatile, dai colori cubani, di Pope esposto a Borgo Colmello. Un volatile che dimostra, in modo inequivocabile, la generosità di questo artista che ha saputo coniugare la coerenza stilistica con il rispetto del tema della collettiva.
POPE, pseudonimo di Giuseppe Galli, di Portogruaro, è l’unico artista extra-regionale che partecipa alla collettiva (con finalità benefiche) aperta fino a Natale a Borgo Colmello di Farra d’Isonzo.
Allievo di Giuseppe Santomaso all’Accademia di belle arti di Venezia è considerato, come ci ricorda Anna Cania nella presentazione della prossima personale che si svolgerà a Sacile dal 3 al 6 gennaio prossimi “è  uno degli esponenti della pittura analitica o pittura pittura che dir si voglia, che dopo aver prodotto nel 1963-64 opere materico-informali, con un viaggio a Parigi nel 1965 subì l’influenza di Vasarely e Malevic, creando opere geometriche dove plexiglass, legno e pittura si alternano. Riflettendo sul linguaggio della pittura fu portato alla ricerca del puro effetto cromatico, creando nel periodo i Percorsi Variabili, come si evince nell’opera Cancellando pittura Ritrovo Pittura, del 1983, qui in mostra, velando le sue opere, spesso con il colore oro, come in Rich Gold su percorso variabile, del 1983. Proseguendo, alla fine anni ’80 crea con una nuova vitalità, pezzi dove seleziona alcune sue cifre stilistiche, arrivando negli anni’90 alla pittura tramite la forza del segno. Le Bande acromatiche sono opere dove le linee tendono a seguire la perpendicolarità e la verticalità, come nell’acrilico su tavola del 1992, dove l’acromaticità riporta ancora una volta alla forza del dipingere. Nell’ultimo periodo l’artista si volge all’interpretazione della luce impiegando il colore come propagazione luminosa, per fare della vera pittura.
Pope è un contemporaneo che intende fare arte basandosi sugli elementi primi della pittura e con velature di colori e composizione delle luci, crea un ritmo armonico. E’ una pittura raffinata, meditata e studiata, che è e vuole essere vera pittura.”