"A" come Altieri ma anche "A" come Artico. Diamo spazio, quindi, a Julia Artico, eclettica artista che dalla paglia crea poesia, prima di dare avvio alla rassegna/presentazione degli artisti che hanno aderito alla mostra "Ritratti e bestialità di corte", doverosamente in ordine alfabetico e quindi con Sergio Altieri, presente alla mostra con il gatto gattoso che tanto ricorda lo Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie.
A borgo Colmello, dunque, dall’estate all’inverno, ci sono
21 artisti che espongono galli, galline, gatti, cani, merli, faraone, tacchini
(a dire il vero manca un coniglio ma vedremo di rimediare in qualche modo) per
un gioco onirico di ridare vita all’aia. A questa emozionale iniziativa è
presente, in qualità di apprezzata ospite, anche Julia
Artico che propone uno dei suoi classici: una famiglia di maiali realizzati in fieno. Per descrivere chi è questa eclettica artista della quale, al di là delle seguenti parole che riassumono la sua
essenza, è superfluo ogni ulteriore commento o presentazione, essendo più che
bastevole l’allegato video, e la brochure che pure è scaricabile cliccando qui, lasciamo spazio alle parole di chi la conosce bene.
“Il suo cognome rimanda a territori freddi e desolati, ma
Julia Artico ne è l’antitesi. Julia è un’artista che crea, ricrea, si
riappropria di un legame antico, quello
della Donna con
la terra. Una donna che dà senza chiedere nulla in
cambio, che genera rigogliosa, che si perde nei suoi intrecci, nei suoi
pensieri intrecciati che siano di fieno o di lane autunnali. La sua è un’arte
semplice e gioiosa, che attraverso materiali presi in prestito dalla terra
riacquista un legame diretto, prezioso con la natura. I suoi animali, silenti e
pacati, escono dalla terra, compiono la loro missione -il ciclo vitale -quindi
vi fanno ritorno. Perché così è e deve essere. È immediatamente chiaro il suo
ruolo, un ruolo così naturale: Donna creatrice di
vita, Madre Terra,
Grande Madre, essere di
donatità, tessitrice di legami ancestrali, universali, sempre
magnificamente positivi. Le sue sono opere realizzate con mani sapienti,
ascolto quieto, tempi dilatati, spazi immutati, ma accanto a tutto questo, di
nuovo, il suo essere Donna: i suoi laboratori artistici con i bambini sono
esperienze preziose, non solo perché in essi si riscopre l’antica e perfetta unione fra arte ed artigianato, ma perché il fare arte diventa la via attraverso la
quale le nuove generazioni possono scoprire il piacere del dare forma alle
cose, ed infine, di creare una realtà Bella.” Così Sara Volpato ha presentato
questa artista che bisogna veramente conoscere per confermare parola per parola
ciò che, purtroppo per sintesi, è stato scritto. E chissà se approfittando di
questa occasione a Colmello non ci sia modo di sentir raccontare dalla sua
voce, come in un antico filò, le magiche storie che solo un’artista della
Natura come lei sa narrare?