lunedì 20 giugno 2016

Julia Artico a Borgo Colmello con le sue creature



"A" come Altieri ma anche "A" come Artico. Diamo spazio, quindi, a Julia Artico, eclettica artista che dalla paglia crea poesia, prima di dare avvio alla rassegna/presentazione degli artisti che hanno aderito alla mostra "Ritratti e bestialità di corte", doverosamente in ordine alfabetico e quindi con Sergio Altieri, presente alla mostra con il gatto gattoso che tanto ricorda lo Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie.


A borgo Colmello, dunque, dall’estate all’inverno, ci sono 21 artisti che espongono galli, galline, gatti, cani, merli, faraone, tacchini (a dire il vero manca un coniglio ma vedremo di rimediare in qualche modo) per un gioco onirico di ridare vita all’aia. A questa emozionale iniziativa è presente, in qualità di apprezzata ospite, anche Julia Artico che propone uno dei suoi classici: una famiglia di maiali realizzati in fieno. Per descrivere chi è questa eclettica artista della quale, al di là delle seguenti parole che riassumono la sua essenza, è superfluo ogni ulteriore commento o presentazione, essendo più che bastevole l’allegato video, e la brochure che pure è scaricabile cliccando qui,  lasciamo spazio alle parole di chi la conosce bene.
“Il suo cognome rimanda a territori freddi e desolati, ma Julia Artico ne è l’antitesi. Julia è un’artista che crea, ricrea, si riappropria di un legame antico, quello  della  Donna  con  la  terra.  Una donna che dà senza chiedere nulla in cambio, che genera rigogliosa, che si perde nei suoi intrecci, nei suoi pensieri intrecciati che siano di fieno o di lane autunnali. La sua è un’arte semplice e gioiosa, che attraverso materiali presi in prestito dalla terra riacquista un legame diretto, prezioso con la natura. I suoi animali, silenti e pacati, escono dalla terra, compiono la loro missione -il ciclo vitale -quindi vi fanno ritorno. Perché così è e deve essere. È immediatamente chiaro il suo ruolo, un ruolo  così  naturale: Donna creatrice  di  vita,  Madre  Terra,  Grande  Madre, essere  di  donatità, tessitrice di legami ancestrali, universali, sempre magnificamente positivi. Le sue sono opere realizzate con mani sapienti, ascolto quieto, tempi dilatati, spazi immutati, ma accanto a tutto questo, di nuovo, il suo essere Donna: i suoi laboratori artistici con i bambini sono esperienze preziose, non solo perché in essi si riscopre l’antica e  perfetta unione  fra arte ed artigianato, ma perché  il fare arte diventa la via attraverso la quale le nuove generazioni possono scoprire il piacere del dare forma alle cose, ed infine, di creare una realtà Bella.” Così Sara Volpato ha presentato questa artista che bisogna veramente conoscere per confermare parola per parola ciò che, purtroppo per sintesi, è stato scritto. E chissà se approfittando di questa occasione a Colmello non ci sia modo di sentir raccontare dalla sua voce, come in un antico filò, le magiche storie che solo un’artista della Natura come lei sa narrare?

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